Il ricordo dei nostri nonni che ci volevano paffuti e la frase “mangia che diventi grande” sono dei capisaldi della nostra cultura ed è vero che non si potrebbe mai negare che un bimbo tenero e paffuto non sia il tipico esempio del “ritratto della salute”.

Il passo tra abbondare ed eccedere è breve e bisogna sempre tenere presente che qualsiasi eccesso ha un accezione negativa. E non si sta di certo parlando di una valenza puramente estetica per il quale ognuno è assolutamente libero di esprimere la propria opinione personale, ma si intendono quelle implicazioni di carattere sanitario che sarebbe bene non sottovalutare.

Quello che sembra essere solo un discorso riguardante l’essere umano in realtà lo si condivide con qualsiasi specie vivente. Trascurando il pericolo dell’obesità si predispone il proprio animale domestico a diverse patologie come il diabete mellito, i problemi cardiovascolari, articolari e riproduttivi. E ancora lipidosi epatica, patologie delle vie urinarie e problemi cutanei.

  • nel gatto l’obesità si associa ad una ridotta resistenza fisica e all’intolleranza al caldo;
  • nel cane aumenta il rischio chirurgico e anestesiologico;
  • nel coniglio il grasso depositato nell’addome può rendere incapace l’animale di mangiare il suo cecotrofo provocandogli carenze vitaminiche;
  • negli uccelli la grande quantità di grasso sembra causare neoplasie;
  • nei roditori riduce le aspettative di vita e riduce la funzionalità degli organi.

Generalmente si considera obeso un soggetto con un aumento ponderale maggiore del 30% rispetto al suo peso ideale, ma anche senza l’ausilio di calcoli matematici possiamo facilmente renderci conto delle condizioni corporee del nostro pet con semplici osservazioni. In poche parole, tranne in casi particolari, il sovrappeso è conseguenza di una sovralimentazione e uno scarso esercizio fisico.

Se ridurre le dosi giornaliere del cibo abituale ci sembra una barbarie, può essere utile passare ad un alimento che sia meno “carico”, a bassa densità energetica, ma con un corretto apporto di proteine e minerali, facendo attenzione però a ridurre anche i “fuori pasto”, gli snack, a non farci impietosire da quegli occhioni supplicanti che elemosinano cibo da sotto il tavolo della cucina!

Ma il movimento non è meno importante: piccole passeggiate frequenti sarebbero l’ideale, in alternativa dedicare almeno mezz’ora, un’ora al giorno ad attività ludiche apporta evidenti benefici al corpo e alla mente (e non solo del nostro pet).

Nel caso dei gatti può giovare suddividere la razione in tanti piccoli pasti, anziché lasciare il cibo a disposizione e per favorire l’attività fisica del micio di casa si può ricorrere allo stimolo ulteriore che può dare l’utilizzo di cordicelle, scalette, palline, tronchetti, se poi nascondiamo parte del cibo, stimoliamo anche il suo naturale istinto predatorio evitando nel contempo che si annoi.

Anche in questo caso vale quanto più volte detto: siamo noi responsabili della salute e del benessere dei nostri animali, non è vero che si autoregolano e non si aprono frigo e dispensa da soli.