Tempo di cambio armadio, di maglioni e felpe pesanti e di ombrello nella borsa. L’arrivo dell’autunno ci mette in guardia e ci fa tirare fuori dall’armadio l’equipaggiamento anti freddo, ma per il nostro amico a 4 zampe? Come possiamo aiutarlo ad affrontare l’autunno e poi di conseguenza l’inverno?

Il capottino per il cane è un argomento molto dibattuto fra proprietari di animali. Da una parte c’è chi ne abusa come accessorio estetico, dall’altra c’è chi invece ne fa un uso coscienzioso su cani anziani o a pelo raso, abituati a vivere in appartamento a temperature che solitamente non scendono al di sotto dei 18 gradi.

Il nostro cane resiste molto meglio di noi al freddo, grazie al suo grasso cutaneo e al sottopelo che svolgono la funzione di isolante termico, a tutti gli effetti. Inoltre, fra il pelo del cane e l’ambiente esterno si crea una specie di cuscino d’aria che isola anch’esso dal freddo.

Nella scelta “capottino si o cappottino no”, va considerato il peso del cane, il tipo di mantello e l’ambiente in cui vive. Per esempio, un pastore tedesco con pelo medio lungo che vive in esterno e pesa 35 kg non avrà sicuramente bisogno di un cappottino. D’altro canto, per un levriero italiano o Pinscher nano che hanno un mantello raso, il cui peso varia dai 5 ai 7 kg e che magari vivono in appartamento, è molto probabile che un cappottino durante le giornate invernali più fredde giovi allo stato di salute, o quantomeno faccia evitare qualche malattia di raffreddamento al cane.

Una volta deciso l’equipaggiamento, è finalmente ora di uscire. Se il nostro cane si alimenta con un mangime secco completo, perché non portare parte del pasto con noi in passeggiata? Non c’è nessuna regola che dice che il cane debba per forza mangiare esclusivamente dalla ciotola. Se la razione giornaliera del cane venisse suddivisa in più piccoli pasti, un paio di questi potremmo facilmente usarli fuori, come rinforzi o per premiare comportamenti desiderati.

Ad esempio, il cibo può essere utilizzato come premio per una buona andatura “senza tirare”. Inoltre, se sostiamo in un’area verde, parte del pasto può essere utilizzato come gioco olfattivo, nascondendo qua e là delle crocchette e facendole cercare al cane. Possiamo inoltre decidere di fermarci ogni tanto lungo il percorso e praticare piccoli esercizi di controllo, come il “seduto” o il “terra”, premiando il nostro amico con delle crocchette che fanno sempre parte del suo pasto.

La passeggiata diventa così un modo per educare il cane e allo stesso tempo farlo divertire. Per quei cani che hanno paura del traffico o sono reattivi a guinzaglio, ecco che elargire qualche crocchetta può far passare un’esperienza da negativa a positiva. Questo in particolare è utile per i cuccioli di pochi mesi che affrontano le loro prime uscite in ambiente urbano e che, a causa dei rumori del traffico, a volte sono riluttanti a uscire.

Anche la nostra andatura può variare a seconda della situazione, a volte più veloce altre più lenta, un po’ per tenere il cane interessato a noi e a dove andiamo e un po’ perché l’andatura rettilinea e lenta a volta risulta noiosa per i cani soprattutto più giovani. Il segreto per una buona passeggiata è cercare di non ripetere sempre le stesse cose ma di sorprendere quotidianamente Fido, in questo modo faremo sfogare il cane a livello fisico e mentale, e faremo un ripasso di qualche esercizio quali l’andatura al guinzaglio e posizioni di controllo come il “seduto” o il “terra”.