Quando si parla di piccoli mammiferi da compagnia si intende indicare un gruppo numeroso e piuttosto eterogeneo di specie. Se escludiamo il coniglio (che non è un roditore) e il furetto, la quasi totalità di questi animali può essere inclusa nel grand gruppo dei “roditori”. Questi soggetti, o per lo meno quelli intesi come pet, sono tutti di piccola taglia, con un peso che può variare da alcuni grammi sino a poco più di un chilo. Queste dimensioni contenute, insieme alla relativa facilità di gestione e al poco spazio che occupano, ne hanno determinato un grande successo.

Tra i roditori più diffusi nelle case degli italiani troviamo specie differenti e appartenenti a diversi sottordini e famiglie. Un inquadramento tassonomico diverso sta a significare che queste specie differiscono tra loro per molti aspetti, dall’anatomia al comportamento fino all’alimentazione, senza contare anche che, all’interno di ogni singola famiglia, esiste una notevole variabilità geografica e climatica da specie a specie.

La cavia, il degu e il cincillà sono tutti erbivori stretti: ciò sta a significare che in natura queste specie si nutrono esclusivamente di alimenti vegetali, per lo più erba, sebbene la loro alimentazione subisca delle variazioni in funzione della disponibilità del cibo e della stagione. In linea generale, in cattività, questi soggetti dovrebbero essere alimentati con fieno, verdura e frutta, ma con alcune differenze.

Il fieno, che è alla base della loro alimentazione, va bene per tutti purché sia di ottima qualità, di prato polifita (ovvero con tante varietà di specie vegetali), non deve contenere un eccesso di leguminose (erba medica e trifoglio) e deve essere profumato, ben conservato e privo di polveri o muffe. Il pellet può essere somministrato, ma non è necessario, e comunque sempre come complemento, ovvero in piccole quantità: deve contenere una percentuale di fibra non inferiore al 16% (meglio se superiore al 18-20%), non deve eccedere in proteine e, men che meno, di grassi, e possibilmente deve essere formulato appositamente per la specie d’interesse evitando il più possibile mangimi contenenti semi e fioccati.

La fibra, per la quale si raccomanda un occhio sempre attento in quanto a percentuali, è indispensabile sia per il corretto consumo dei denti che per il mantenimento di un adeguato transito ed equilibrio intestinale.

Molti sono gli alimenti considerati controindicati o addirittura dannosi: in particolare miscele di semi, cereali, carboidrati, cioccolata, dolciumi, parti verdi di pomodoro, melanzana e patata, proteine di origine animale, latticini e molto altro.

La frutta e la verdura sono un argomento che differisce tra le specie: per la cavia non ci sono grosse restrizioni per quel che riguarda la quantità, sebbene alcuni frutti (come ad esempio l’avocado) siano considerati dannosi, ma la verdura resta l’elemento principale della dieta. Il degustare può assumere tranquillamente erba di campo e verdure ma solo piccole quantità di frutta. Mentre, per il cincilla, si deve preferire un’alimentazione basata principalmente a fieno e piccole quantità di mangime pellettato con l’inserimento di frutta e verdura fresca solo come leccornia o integrazione da somministrare quindi con moderazione.

Soprattutto per la cavia è necessario preferire alimenti ricchi di Vitamina C, indispensabili per questa specie che non è in grado di sintetizzarla autonomamente. Scegliete tra peperoni, tarassaco, prezzemolo, cavoli, broccoli, agrumi, kiwi, fragole, papaya, radicchio, spinaci e finocchio. un errore frequente è quello di somministrare esclusivamente alimenti poveri in questo elemento fondamentale quali la lattuga, la scarola, il sedano e la carota o frutta come mela, pera e banana che a lungo andare posso creare vitaminici importanti. In alternativa si può ricorrere all’integrazione di Vitamina C direttamente nell’acqua da bere, considerando un fabbisogno giornaliero di circa 30 mg/kg: tale quantitativo può aumentare in caso di stati carenziali, gravidanza, allattamento e accrescimento.

Una regola da non dimenticare mai, di qualunque specie o abitudine alimentare si stia parlando, è quella di non effettuare mai cambi bruschi di alimentazione; al contrario, se si vuole inserire un alimento nuovo, è necessario farlo con gradualità, un pò alla volta, al fine di abituare l’apparato digerente e il microbiota intestinale a “lavorare” su altre materie prime, pena gravi disturbi gastroenterici.

Gli alimenti, soprattutto quelli freschi, devono essere sostituiti di frequente e non “stagnare” nella ciotola in quanto potrebbero deteriorarsi (marcire, ammuffire o sviluppare microtossine) o essere contaminate da feci e urine. Frutta e verdura devono sempre essere fresche e lavate accuratamente; inoltre mai somministrare alimenti appena tolti dal frigorifero.