Negli uccelli da gabbia o voliera le femmine hanno maggiore tendenza ad ammalarsi e speranza di vita inferiore rispetto ai maschi. Tutto ciò sembra legato alle problematiche che insorgono a causa dell’ovodeposizione.
I pappagalli di media e grossa taglia svezzati a mano, che vengono mantenuti come soggetti d’affezione, risentono meno o apparentemente per nulla di questa situazione perché è molto più difficile che in tali circostanze depongano uova. Quando questo dovesse capitare, la situazione tenderà a sovrapporsi a quella dei volatili di minore taglia, tra cui la deposizione delle uova, an che in assenza di maschio, è molto comune e frequente.

I volatili da gabbia o voliera di piccola taglia diversi dai pappagalli, come canarini e diamanti mandarini vengono spesso mantenuti in coppia e, in questa situazione, spesso depongono le uova, cosa che facilita la comparsa di patologie nei soggetti di sesso femminile.
La deposizione delle uova è infatti un grosso impegno per l’organismo, un evento stressante che può favorire l’insorgere di malattie dovute al calo di difese immunitarie. Ne sono particolarmente colpite le femmine che depongono continuamente uova a causa della cosiddetta OVODEPOSIZIONE CRONICA, problema che colpisce particolarmente i pappagalli di piccola taglia che sono in grado, diversamente dagli altri, di riprodursi durante l’intero arco dell’anno e non solo stagionalmente
L’OVODEPOSIZIONE CRONICA

Si tratta generalmente di un problema che riguarda le femmine svezzate a mano di inseparabili e calopsitte che può coinvolgere altre specie come il pappagallo ondulato ma talvolta anche le femmine che vivono in coppia e non svezzate a mano tendono a deporre uova senza sosta. Tra i pappagalli di media e grossa taglia svezzati a mano il problema non sussiste nei termini descritti, ma ugualmente si possono incontrare soggetti di sesso femminile che depongono uova. In questo caso tale evento può causare rischi per la salute, specie se il volatile non è più giovanissimo e magari è affetto da patologie croniche o recidivanti.
Le femmine svezzate a mano che depongono uova possono essere involontariamente incitate dal comportamento del proprietario: può infatti capitare, quando una femmina si lega in modo particolare a un umano (uomo o donna che sia) che arrivi a considerarlo come il proprio partner, cosa che può favorire la deposizione delle uova da parte della pappagalli che si sente parte di una coppia con il “dovere” innato di riprodursi.
Fondamentalmente non si può impedire a queste femmine di legarsi a noi come vere e proprie fidanzate e per quanto si cerchi all’interno di una famiglia, o di un gruppo di persone, di evitare che il pappagallo diventi il compagno particolare di un solo individuo, comunque questo tenderà ad accadere. Il fatto che tutti interagiscano con il volatile e che questo trascorra il suo tempo con tutti può rendere più difficile l’innamoramento ma, alla fine, sceglierà comunque la sua persona preferita che dal quel momento verrà letteralmente come suo fidanzato.
Solitamente si ritiene che un soggetto non in perfetta salute sarà più in difficoltà nel produrre un uovo rispetto ad uno sano ma esistono alcune patologie che possono invece favorire la continua deposizione di uova proprio in soggetti che a causa della malattia dovrebbero restare a riposo. Gli estrogeni vengono normalmente inattivati dal fegato dopo aver svolto la loro funzione ma nel corso di alcune epatopatie il fegato malato può presentare alterazioni funzionali tali da ridurre il suo potere di un’attivazione degli ormoni sopracitati. In questo caso si andrà incontro a iperestrogenismo e, conseguentemente, a una maggiore tendenza a produrre uova in eccesso, anche rispetto alle esigenze dell’organismo che letteralmente si spenderà in modo sproporzionato alle proprie capacità in questo arduo compito. In taluni casi sino ad ammalarsi gravemente.
LA RITENZIONE DELL’UOVO

La deposizione delle uova è un evento che normalmente avviene senza incidenti anche per gli uccelli allevati in gabbia o voliera. Talvolta però la femmina che depone le uova, specie se in quantità eccessive, può andare incontro alla cosiddetta RITENZIONE DELL’UOVO. In pratica il soggetto non riesce a deporre l’uovo che resta all’interno dell’ovidutto nella camera calcigena.
Durante la deposizione, l’uovo scende nella cloaca per essere deposto, ma nel far ciò viene sempre accompagnato dall’ovidutto, la cui parete continua ad avvolgelo strettamente per evitare contatti con gli escrementi eventualmente presenti. In questi casi l’uovo deve essere rimosso tempestivamente, pena la perdita del soggetto. Tenerlo al caldo e somministrargli integratori a base di calcio e vitamina D3 può aiutare, ma spesso non è sufficiente. La manovra meno invasiva e più di successo in questi casi è la cosiddetta OVOCENTESI, che porta alla risoluzione della grande maggioranza dei casi se si riesce a intervenire tempestivamente. Il contenuto dell’uovo viene aspirato e successivamente con molte delicatezza si procede a schiacciare il guscio che, privo del suo contenuto, verrà espulso generalmente con facilità in breve tempo.